ILVA: più dettagli da Arcelor ma per i sindacati non basta.
Dopo quasi tre ore è terminato l’incontro tra ArcelorMittal e i sindacati per discutere il piano industriale dell’ Ilva presso il MiSe.
Da quanto riporta il vice ministro dello Sviluppo economico Teresa Bellanova, ArcelorMittal avrebbe fornito maggiori dettagli in merito al piano industriale dell’ ILVA rispondendo anche alle domande dei sindacati.
Al termine di questo primo round ne seguiranno altri per discutere il piano ambientale e per analizzare la situazione di ogni singolo sito dove opera l’azienda. Si stanno approfondendo anche aspetti tecnici che i interessano sindacati e lavoratori per capire esattamente il numero dei lavoratori richiesti.
In merito a quest’ultimo punto, le intenzioni di ArcelorMittal sono ben note ma ciò che chiede il governo è di arrivare ad un minimo di 10 mila impieghi.
Dalle parole del vice ministro si capisce anche l’intenzione della nuova proprietà a portare avanti il progetto dello sviluppo di un nuovo centro ricerca, con molta probabilità nella zona di Taranto.
Tiene a precisare Francesca Re David, segretario generale di Fiom-Cgil, che si stanno discutendo comunque tutti gli aspetti a livello generale perché attualmente l’ ILVA è commissariata e, per tanto, ogni qualvolta che la nuova proprietà vuole entrare negli stabilimenti deve chiedere autorizzazione riuscendo difficilmente ad avere una visione precisa.
Parlando del piano industriale invece, manca ancora tutta la discussione in merito a salari e occupazione.
Per arrivare ad una produzione di 9,5 milioni di tonnellate di acciaio fino al 2024 sappiamo che non possiamo lavorare con esuberi in organico, ma fin che non ci sarà un accordo con la proprietà nulla sarà deciso.
“Ci è stata data la possibilità di entrare più nel merito del piano industriale ILVA e dei singoli stabilimenti. Ci hanno spiegato come intendono procedere nel produrre a Taranto, come ammodernare le cokerie e bilanciare la produzione d’acciaio e ghisa liquida“, questo quanto riportato da Rocco Palombella, segretario generale di Uilm.
Lo stesso segretario ha aggiunto che sono stati presentati i piani relativi agli investimenti con una certa coerenza, ma rimane un vuoto, quella di centralizzare la produzione del coils, settore dove ArcelorMittal è già specializzata mentre per i tubifici, non dando risposte prevedendo una riduzione.
In sintesi questa può ritenersi una giornata positiva con un piano credibile ed ambizioso considerate le risorse, lontane però dal punto di vista esuberi che stanno denunciando.
I punti toccati da Fim-Cisi, con il segretario generale Marco Bentivoglio rimangono ancora da toccare i seguenti punti:
- investimenti sul porto
- investimenti sul sito logistico di Marghera
- manutenzione ordinaria e straordinaria di tutti i siti
- logistica tra porto e stabilimento di Taranto
- investimenti insufficienti a Genova per la banda stagnata
- previsti solo 90mila tonnellate nei tubifici di Taranto (dove lavorano 800 dipendenti a pieno regime) con una capacità di 900 mila
Per analizzare al meglio questi punti, Fim propone di mettere a calendario incontri in sede locale al fine di analizzare sito per sito.